Il più frequente è il diabete mellito di tipo 2 (insulino resistente). È dovuto allo scarso utilizzo dell’insulina (di solito normalmente prodotta dal pancreas) da parte dei tessuti periferici in quanto i suoi recettori, cioè i "bersagli" della sua azione, non funzionano correttamente. Il termine “mellito” (come il miele) deriva dall'antico metodo impiegato per distinguere questo tipo di diabete: le urine sono cariche di glucosio e quindi hanno un sapore dolce.
Mentre il diabete di tipo 1 (che colpisce prevalentemente bambini e giovani) è una patologia autoimmune caratterizzata da uno stato di deficit assoluto o relativo di insulina (ed è causata da fattori genetici e ambientali per cui è difficile poterla prevenire), nel caso del diabete di tipo 2 la sua insorgenza può essere contrastata con uno stile di vita sano, limitando il consumo di grassi e zuccheri, facendo regolare esercizio fisico, mantenendo un peso regolare e, dopo i 40 anni, facendo periodicamente gli esami medici previsti. La diagnosi precoce è fondamentale. La vera spada di Damocle del diabete, infatti, sta nel rischio che la patologia possa degenerare nelle "complicanze", spesso legate alla durata e al compenso metabolico. Gli organi bersaglio sono l'occhio, il rene, il sistema nervoso e il sistema cardiovascolare.
www.epicentro.iss.it/problemi/diabete/Gmd2012.asp