È difficile da diagnosticare. Risulta che nel mondo, circa 200 milioni di persone ne siano affette e che ogni anno si verifichino più di 2,3 milioni di fratture da osteoporosi in Europa e USA. Nel 1990, nel mondo, le fratture di femore sono state stimate a 1,6 milioni; per il 2050 se ne attendono 6,3 milioni.
Osteoporosi
L'osteoporosi è una malattia cronica dello scheletro, caratterizzata dalla diminuzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità dell'osso e maggior rischio di fratture.
L’osteoporosi è una malattia debilitante simile ad altre patologie croniche in termini di invalidità, mortalità e costi sociali.
Risulta che, nel mondo, circa 200 milioni di persone siano attualmente affette da osteoporosi e che ogni anno si verifichino più di 2,3 milioni di fratture da osteoporosi in Europa e USA.
Nel 1990, nel mondo, le fratture di femore sono state stimate a 1,6 milioni; per il 2050 se ne attendono 6,3 milioni.
L'osteoporosi è una malattia difficile da diagnosticare, infatti il più delle volte è relativamente priva di sintomi. Solo in alcuni casi l'osteoporosi può accompagnarsi a dolore osseo, che si localizza più spesso alla colonna vertebrale e che spesso si confonde e si associa con i dolori determinati da altre patologie molto frequenti negli anziani. Il dolore dovuto all’osteoporosi compare lentamente, di rado si diffonde in altre sedi ed aumenta con il tempo e con gli sforzi fisici. Spesso esso si manifesta sollevando un peso o raccogliendo un oggetto da terra. É un dolore cupo, continuo che si riduce solo con il riposo.
Non di rado, però, l’osteoporosi si manifesta improvvisamente con una delle tipiche fratture "da fragilità ossea" dell'anziano: fratture di polso, coste, vertebre o femore a seguito di traumi anche molto lievi e banali.
Con l’avanzare dell’età, tutte le persone sono normalmente soggette ad una lenta perdita di massa ossea, ma in presenza di uno o più fattori di rischio si ha una maggiore probabilità di sviluppare più precocemente l’osteoporosi. Le donne, ad ogni età, hanno un valore di massa ossea inferiore a quello degli uomini. E questo è uno dei motivi per cui esse sono più degli uomini a rischio di osteoporosi. Inoltre è noto che nella donna gli estrogeni (ormoni) sono coinvolti nella gestione del metabolismo osseo, quindi situazioni che determinano una brusca caduta di tali ormoni, principalmente la menopausa, possono favorire la perdita di massa ossea e quindi lo sviluppo dell’osteoporosi.
Comunemente si parla quindi di osteoporosi senile e, nella donna, di osteoporosi post-menopausale. L’osteoporosi senile e post-menopausale sono forme di osteoporosi primaria.
Esistono tuttavia anche forme secondarie di osteoporosi, dovute a patologie di diversa natura a carico di diversi organi/apparati o correlate a particolari condizioni che alterano i processi di rimodellamento osseo, determinando una riduzione della resistenza scheletrica.
La prevenzione dell'osteoporosi ha tre cardini: 1. dieta ricca di calcio, adeguata all'età (latte, yogurt, formaggio e, se necessario, un integratore alimentare a base di calcio); 2. moderata ma regolare attività fisica (tutto quello che fa sentire all'osso il peso del corpo, o che determina "carico" sull'osso, stimola la formazione ossea, e quindi irrobustisce l'osso); 3. normale disponibilità di vitamina D, che serve ad assorbire il calcio nell'intestino.
La diagnosi avviene tramite esami specifici: 1. Ultrasonografia Ossea: consente di misurare la massa ossea e di studiarne la microarchitettura attraverso l’impiego di ultrasuoni; 2. Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC): misura con precisione la massa e la densità ossea con l’impiego di raggi X; 3. Esami di laboratorio (analisi su sangue e/o urine): documentano eventuali alterazioni del processo di rimodellamento osseo attraverso specifici marcatori biochimici; 4. Morfometria: analizza le radiografie vertebrali permettendo di evidenziare eventuali fratture