In Italia il 40% degli uomini e il 32% delle donne non fanno attenzione alle calorie assunte con il cibo e le bevande. Tranne, ovviamente, quando l’ago della bilancia inizia a salire. Però il livello di zuccheri introdotto con i diversi tipi di alimenti (latte, succhi, bevande zuccherate, frutta, zucchero da cucina e dolci) è nettamente inferiore alle cifre raggiunte negli Stati Uniti e negli altri Paesi europei e si mantiene al di sotto della soglia indicata dagli esperti come limite. Gli uomini ne consumano ogni giorno 68 grammi e le donne 66 grammi (75 grammi è il limite). E solo poco più dell’1% dell’apporto calorico giornaliero deriva dalle bibite gassate.
È quanto emerge dai dati dell’indagine LIZ raccolti su circa 2000 persone dai medici di famiglia della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), in collaborazione con Nutrition Foundation of Italy (NFI).
La ricerca apre la via a un più ampio progetto sui fattori ambientali e sociali, legati agli stili di vita, all’attività fisica, all’alimentazione e all’istruzione, grazie ad un network composto da 500 medici di famiglia che, in maniera strutturata, raccoglierà questi dati, inserendoli in un database dedicato. È la prima esperienza di questo tipo in Italia e i medici non solo inseriranno le informazioni nella banca dati, ma le comunicheranno ai pazienti che non sono sempre consapevoli dei propri errori.